WebTime - WasteTime

Numero uno- Agosto 1996

WEBZINE SULL'INFORMAZIONE ON LINE E ALTRO
A cura di Claudio Cazzola


In questo numero

EDITORIALE  Solo tempo sprecato?
INCHIESTA   Metti un filtro nel mare dell'informazione
ATTUALITÀ   Internet per i giornalisti
DIBATTITO   Pagine web, meglio povere ma veloci
RUBRICHE    Carta, penna, modem e computer Lavoro online  E-mail



SOLO TEMPO SPRECATO?

Perchè WasteTime? Lo confessiamo, la scelta del sottotitolo è stata dettata soprattutto dal facile gioco di parole con WebTime. Ma un po' anche dal timore che l'impresa si sarebbe risolta solo in una perdita di tempo.

Poi abbiamo scoperto una motivazione più "nobile". Ce l'ha fornita, del tutto involontariamente, June Cohen, titolare su HotWired della rubrica Net Surf.

Cohen, che ha collaborato alla versione online della famosa rivista Wired fin dai suoi esordi nell'ottobre 1994, spiega che il motto di Net Surf è sempre stato "We waste our time so you don't to", cioè "Sprechiamo il nostro tempo così non dovete farlo voi". Eccoci offerto su un vassoio d'argento un motivo più serio e altruistico di un semplice passatempo.

Annunciando su Tourbus (la newsletter di Patrick Douglas Crispen che ha come motto "Perchè fare surf quando si può prendere l'autobus?") la creazione dell'archivio di Net Surf, Cohen afferma: "Finora siamo riusciti a mantenere fede al nostro impegno: abbiamo passato le nostre giornate cercando nuovi siti web, tenendo sotto controllo i vecchi siti migliori e frugando a tentoni negli angoli bui e polverosi della rete: ciò allo scopo di offrire ai lettori tutto quanto hanno bisogno di sapere sul web".

I nostri obiettivi non sono altrettanto ambiziosi; non ci proponiamo di svelare tutti i segreti della grande ragnatela. WebTime si limita ad offrire qualche piccola mosca d'informazione catturata dal suo personale web spider, cioè noi, pluralis majestatis...

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INTERNET PER I GIORNALISTI
MA CHE CI FANNO I MARINAI?

Internet è utile per il lavoro giornalistico? Come soggetto di articoli più o meno scandalistici (sesso online, droga multimediale, pirateria informatica ecc.) la rete delle reti è certamente preziosa. Ma è altrettanto valida come fonte di informazione "seria", strumento quotidiano di ricerca e approfondimento?

Una domanda un po' scontata a cui si può dare una risposta intelligente. Come quella di Marcia Yudkin, autrice, per l'editore Harper&Collins, del libro "Freelance Writing For Magazines and Newspaper" e lei stessa giornalista freelance: collabora con diverse riviste, tra cui il New York Times Magazine, Cosmopolitan, Psycology Today, e il New Age Journal.

Racconta Marcia Yudkin su Inklings (newsletter per scrittori online diretta da Debbie Ridpath Ohi): "Sono entrata in Internet all'inizio del 1994 pensando che ciò mi avrebbe aiutato nella raccolta di interviste per un libro che stavo scrivendo. E in effetti è stato così. Per cercare persone da intervistare ho inviato messaggi sui forum di Prodigy, American Online, Compuserve e The Well dedicati alla piccola impresa . Temevo di essere sommersa dalle risposte; invece prima di ottenere ciò che volevo ho dovuto ripetere più volte, nell'arco di un mese o due, l'invio dei messaggi, cambiando ogni volta titolo e forma. Comunque è stato più facile e meno costoso che usare il telefono".

Ecco un buon esempio dell'utilità di Internet per il lavoro giornalistico. Peccato che non sia facilmente esportabile fuori dal mondo anglosassone. Nella realtà italiana il primo ostacolo è la mancanza di service online paragonabili, per dimensioni e numero di iscritti, ai colossi americani (AOL ha 6 milioni di abbonati, Compuserve 4,7 milioni): gli epigoni nostrani, i vari Vol, Iol, McLink, Agorà, ne devono fare ancora molta di strada...

In ogni caso Internet è utile anche per un altro scopo: farsi conoscere, farsi pubblicità con poca o nessuna spesa. "Nei miei messaggi - racconta ancora la Yudkin - mi presentavo come l'autrice di 'Six Steps to Free Publicity', il mio precedente libro; ho scoperto che ciò serviva a vendere più copie. La sorpresa e la curiosità per questo fatto mi hanno procurato un contratto per la mia opera successiva, 'Marketing Online', pubblicato come il precedente da Plume/Penguin Books".

E anche questa è promozione, un'autocitazione che si fa pubblicità. Poi c'è la citazione dell'autocitazione e così via, come nel gioco degli specchi.

Comunque Marcia Yudkin merita questo e altro. Non solo perchè scrive libri interessanti, ma anche perchè regala consigli utili. Basta mandare un e-mail (non importa quel che c'è scritto) a [email protected] per ricevere una faq, cioè una piccola guida a domande e risposte, sul giornalismo freelance. Se si invia l'e-mail a [email protected], si riceve "The Small Business Publicity Faq", sull'advertising delle piccole imprese.

Come tutte le faq anche queste sono gratuite: rispettare lo spirito originario della rete non guasta, persino quando si parla di business...

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CARTA, PENNA, MODEM E COMPUTER

A proposito di strumenti di lavoro telematici per giornalisti, ecco una piccola rassegna di cose utili, scoperte qua e là sulla rete.
Articoli via e-mail: qualcuno li accetta
Una lista di editori e direttori di giornali e riviste disposti a ricevere domande di collaborazione o lavori inviati via e-mail e a pagare per gli articoli pubblicati. Che strano, non ci sono italiani...

Gli indirizzi elettronici dei media
Peter Gugerell ha raccolto qui un buon numero di indirizzi e-mail di media, suddivisi per paese.

Guida del reporter alle mailing list
Spiega come usare le mailing list per cercare informazioni.

Risorse web per scrittori prolifici
Un utile elenco a cura di Anne Hart, autrice di oltre 40 libri.

Newsletter per freelance specializzati
Una rivista online scritta da e per freelance specializzati in economia e materie tecniche, ora anche sul web.

Diecimila titoli su Media Finder
Un elenco di oltre 10 mila pubblicazioni, suddivise in 265 aree di interesse.

InterNIC ti dà una mano nelle ricerche
Come orientarsi nella marea di strumenti di ricerca disponibili su Internet? Una mano la dà InterNIC che ha messo in rete un elenco molto accurato.
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METTI UN FILTRO
NEL MARE DELL'INFORMAZIONE

Nell'anno 2000 la comunicazione online occuperà, secondo una stima di Cullen Murphy pubblicata dall'Atlantic Monthly, almeno 500 "petabytes", vale a dire 500 milioni di miliardi di bytes. Un mare di dati in cui non è detto che sarà dolce naufragare.

Gli storici hanno messo in guardia contro la prevedibile difficoltà di gestire e studiare questa enorme massa di informazioni, chiedendosi se varrà davvero la pena di creare colossali archivi che per le loro stesse dimensioni risulteranno forse inutilizzabili.

E già oggi, tra i naviganti di professione come tra i surfisti di Internet, serpeggia una sottile inquietudine, quasi un'anticipo di panico, per la grande ondata di bit che minaccia di travolgere tutti.

Timori ingiustificati, rispondono i fautori della società dell'informazione: gli esperti hardware e software sono al lavoro e nuove tecnologie forniranno ben presto rimedi anche per le crisi di sovrapproduzione telematica. Anzi, le soluzioni sono già qui tra noi, a portata di modem.

In ottobre conferenza internazionale a Basilea

Il 30 e 31 ottobre a Basilea, in Svizzera, si terrà la prima conferenza internazionale sugli aspetti pratici della gestione della conoscenza (knowledge management). Particolare attenzione sarà dedicata alle applicazioni dell'information filtering, la selezione automatica dell'informazione, un problema reso di grande attualità proprio dalle crescente massa di documenti e notizie oggi disponibili in forma elettronica.

A differenza dell'information retrieval (la ricerca di informazioni) e del data mining (l'estazione dei dati) che hanno a che fare con archivi statici di documenti, il filtraggio si applica a informazioni in transito su una rete di computer. Lo scopo dell'information filtering è quello di far arrivare all'utente solo i documenti importanti per i suoi scopi, mentre quelli giudicati non rilevanti sono lasciati scorrere.

La stima dell'importanza è condotta comparando il profilo d'utente (che comprende anche i suoi prevedibili interessi futuri) con i documenti in arrivo nel flusso di informazioni. Cambiando o evolvendosi l'interesse dell'utente, ci si deve aspettare un conseguente cambiamento anche del suo profilo.

L'information filtering è uno strumento utile in diverse occasioni, sostengono i promotori della conferenza di Basilea. Ad esempio per un giornalista che segua in redazione gli sviluppi di una certa vicenda, in un periodo di tempo abbastanza ampio; man mano che un aspetto particolare assume importanza per il giornalista, cambia automaticamente anche la natura degli articoli ricevuti.

Un altro esempio: grazie all'information filtering un'istituzione finanziaria internazionale può seguire nella loro costante evoluzione le quotazioni dei titoli e le notizie che possono influenzare l'andamento del mercato.

É un settore ancora giovane ma in rapido sviluppo. E mentre i ricercatori studiano soluzioni sempre più avanzate, già sono disponibili su Internet numerose applicazioni pratiche, ad uso personale, non tutte ugualmente sofisticate ma con il grande pregio di essere di facile accesso e poco costose, se non addirittura gratuite.

All'inizio era Usenet

Gia da tempo le agenzie di stampa offrono ai loro abbonati sistemi più o meno raffinati di information filtering. Anche su Internet i primi sistemi liberamente accessibili di filtraggio si sono rivolti alle notizie, o meglio a un tipo particolare di notizie: quelle sfornate a getto continuo dalle migliaia di newsgroup e mailing list presenti sulla rete.

Nel 1994 l'Università di Stanford ha messo a disposizione un sistema di filtraggio degli articoli di Usenet, basato sul solito criterio dell'utente che invia, via e-mail o tramite il server web, un proprio profilo e riceve periodicamente sempre via e-mail le news rilevanti per i suoi interessi.

Ad esempio basta mandare a [email protected] un messaggio con il seguente testo:

subscribe online information services
period 5
end

per ricevere ogni cinque giorni un messaggio contenente tutti gli articoli sui servizi informativi online comparsi su Usenet nello stesso arco di tempo.

Altri sistemi di ricerca nei newsgroups sono DejaNews, un semplice "motore" collegato ad un database aggiornato ogni due giorni, e Reference.com, un vero e proprio agente intelligente che scandaglia oltre 16 mila newsgpoup e un grande numero di mailing list pubblicamente accessibili.

Due motori dalle brillanti prestazioni

Infoseek, che si autodefinisce il più popolare sistema di ricerca di informazioni su Internet, con oltre 7 milioni e mezzo di interrogazioni al giorno, offre il servizio di informazioni personalizzato Infoseek Personal.

Per ottenere l'account bisogna compilare un questionario di ben sette pagine, ma la perdita di tempo è l'unico prezzo da pagare. Grazie alle informazioni fornite nel questionario, Infoseek Personal crea gratuitamente un vero e proprio giornale online su misura per l'utente, suddiviso in due sezioni: notizie generali, uguali per tutti, con i principali titoli da tutto il mondo; notizie personali, con gli ultimi avvenimenti politici, economici, sportivi eccetera, scelti sulla base delle preferenze indicate nel questionario. Basta segnare la pagina con un bookmark per averla a disposizione, sempre aggiornata, in qualsiasi momento.

Ma la vera novità in fatto di motori di ricerca personalizzabili è My Yahoo!, partito il 15 luglio e ancora in rodaggio. Il suo slogan è: "It's yours. You build it. It's free. (It's beta)", cioè è vostro, lo create voi, è gratis, è in prova.

Lo stile è quello tipico di Yahoo! : semplicità ed efficienza. Si compila un succinto modulo di registrazione e poi si personalizzano le varie sezioni di My Yahoo! scegliendo tra le categorie proposte; ad esempio, sotto la voce Notizie: affari, attualità, salute, investimenti, politica, tecnologia. Come in Infoseek; ma con molte nuove funzioni e originali possibilità.

My Yahoo! fornisce ad esempio le previsioni del tempo della località da cui ci si collega leggendo l'indirizzo Internet (IP) del computer dell'utente. Inoltre permette di seguire i titoli di borsa e risultati sportivi di squadre a scelta. My Yahoo! ha insomma tutte le carte in regole per diventare rapidamente una delle più popolari porte d'acceso alla rete.

Le buone azioni del Wall Street Journal

La possibilità di filtrare le notizie realizzando una propria rassegna stampa personale è offerta, oltre che da alcuni motori di ricerca, anche da diversi grandi giornali nei propri siti web.

Il Wall Street Journal ha una sezione personalizzabile in base alle scelte del lettore non solo per quanto riguarda le ultime notizie ma anche le quotazioni di borsa, con link a ulteriori informazioni sulle società citate, i loro profili economici, le vicende recenti che le riguardano ecc.

Dopo un periodo di prova in cui il servizio era gratuito, dal 31 luglio l'abbonamento alla versione elettronica della "bibbia di Wall Street" costa 49 dollari l'anno, scontati a 29 per chi è già abbonato al giornale su carta.

Anche il Los Angeles Times, che puo vantare uno dei migliori siti web tra quelli dei grandi quotidiani, ha messo in campo un servizio di ricerca personalizzabile: Hunter. A differenza del Wall Street Journal la funzione di ricerca in LA Times è gratuita e dà come risultato una lista di titoli sull'argomento scelto; si paga solo se si prelevano i testi integrali degli articoli: un dollaro e mezzo l'uno.

Crayon, cento giornali in uno

Poter leggere al video la propria edizione personale del Wall Street Journal è una buona cosa; prendere in cosiderazione non una sola ma centinaia di pubblicazioni online è una cosa ancora migliore. É quanto hanno pensato due laureandi in informatica alla Bucknell University, Jeff Boulter e Dave Maher, che hanno messo in pratica la loro idea costituendo una società, la NetPressence, e realizzando un originale servizio web, Crayon.

In francese Crayon significa matita colorata ma è anche l'acronimo di "CReAte Your Own Newspaper", cioè "Create il vostro giornale personale". Un nome azzeccato per un'iniziativa altrettanto azzeccata. Ecco come la presentano gli stessi Boulter e Maher: "Immaginate di andare alla sede del vostro giornale locale e di dire ai responsabili cosa volete e cosa non volete leggere e che il giorno dopo loro vi mandino a casa un giornale fatto esattamente come avevate chiesto; questo è quanto fa Crayon direttamente sul vostro computer".

In pratica Crayon organizza le notizie attinte da Internet secondo le scelte del lettore, presentandole come farebbe un vero e proprio quotidiano, con servizi, rubriche, immagini. Ogni volta che ci si collega, il giornale viene automaticamente aggiornato, anche se la sua pagina html in realtà non cambia: cambiano solo i contenuti dei siti che si raggiungono tramite i link indicati dal lettore. L'unico rischio per quest'ultimo è di lasciarsi prendere la mano nella scelta delle fonti: se ne indica troppe deve poi fare i conti con file da diversi megabyte, insomma con un'enciclopedia, non con un quotidiano.

Stop alla pubblicità indesiderata

Un agente intelligente può servire, come abbbiamo visto, per selezionare le cose interessanti; ma anche per eliminare quelle indesiderate. É quanto promette il primo prodotto commerciale di una nuova società di informatica costituita da quattro studenti del Nord Carolina, PrivNet.

L'applicazione si chiama Internet Fast Forward e ha una sola funzione: togliere la pubblicità dalle pagine web. Grazie a un database di tutti gli annunci pubblicitari finora comparsi sul web, le URL dei banner (le striscie di pubblicità) vengono segnalate al browser e quest'ultimo provvede a non visualizzarle sulla pagina. Una soluzione forse gradita a molti utenti ma certo non a chi vive dei proventi della pubblicità.

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LAVORO ONLINE CERCASI-OFFRESI

Un nuovo esperto, l'archivista informatico

La necessità di gestire una massa sempre più grande di informazioni in modo efficiente obbliga i giornali a dotarsi di avanzati sistemi informatici di archiviazione. Gli esperti in grado di farli funzionare sono professionisti simili più ai maghi dei computer che ai vecchi archivisti.

E anche pagati molto meglio, come testimonia un recente annuncio pubblicato da Newsweek in cui si promette un eccellente stipendio, oltre a un pacchetto di fringe benefit, per il responsabile del proprio archivio computerizzato di New York.

Anche le competenze richieste sono alquanto diverse da quelle di un semplice bibliotecario: capacità di gestire e sviluppare database testuali e di immagini, Lan di Pc e Cd-Rom, connettività Internet e pagine www, applicazioni informatiche per la ricerca di informazioni e così via. Per quanto riguarda la formazione si richiede: diploma, master in scienza dell'informazione e biblioteconomia, background accademico in scienze sociali, giornalismo o economia.

Trovare negli Stati Uniti candidati che rispondono a questi requisiti non deve essere un'impresa difficile, vista l'alta specializzazione dei corsi di studio Usa. Ma quante sarebbero le persone in grado di rispondere ad un simile annuncio nel nostro paese (se mai un giornale italiano lo facesse)?

Patti chiari collaborazione lunga

Cercasi titolare di rubrica per rivista sui veicoli ricreativi (volgarmente detti camper). Sulla rete può capitare di trovare anche un annuncio di questo genere. L'iniziativa è di un periodico Usa, Happy Campers, presente anche sul web con una guida ai viaggi e alle vacanze negli stati del Sud e nel Messico settentrionale.

Nell'annuncio si specifica che gli articoli (anche già pubblicati altrove, a patto che lo si dica) dovranno essere di circa 300-500 parole e che saranno pagati 10 cent a parola pubblicata, cioé dopo l'editing, con in più una royalty di O,1 cent per lettore; si precisa inoltre che i pagamenti saranno trimestrali e che si acquistano anche i diritti esclusivi di riproduzione dell'articolo su Internet.

Un bell'esempio di come si possa impostare un rapporto di collaborazione con chiarezza e trasparenza, fin dall'inizio.

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PAGINE WEB
MEGLIO "POVERE" MA VELOCI

"Bella (e coraggiosa) la decisione di allestire un sito graphic-free a tutto vantaggio, fra l'altro, di chi ha modem 'a carbonella' e connessioni non fulminee". Così ci ha scritto Marco Bertoli, un nostro gentile lettore, commentando l'uscita del numero zero di WebTime. Lo citiamo non solo per le sue lodi ma anche perchè ci permette di introdurre un problema spinoso: meglio un sito povero di immagini e veloce oppure uno ricco e lento?

É una questione ampiamente dibattuta dagli autori di pagine web ma forse non altrettanto sentita dai committenti. Come dimostra, ad esempio, il "caso" 21Network, il nuovo sito web di Benetton. 21Network è stato molto criticato proprio per questo motivo: troppo bello dal punto di vista grafico ma anche troppo lento; in pratica lo possono apprezzare solo gli happy few con linea dedicata.

Alla recente conferenza annuale dell'AAN, l'Associazione degli editori Usa di settimanali alternativi, un'intera sessione è stata dedicata a questo tema: come disegnare pagine che appaiano velocemente sul monitor dell'utente.

Braxton Jarratt di New Times (la maggiore società Usa di riviste alternative) ha ribadito la necessità di porre limiti precisi alle dimensioni dei file. La home page del suo sito per il Phoenix New Time non può avere dimensioni maggiori di 50K, e non può essere collegata a più di dieci immagini separate. Le pagine interne sono soggette a vincoli ancora più stretti: un masssimo di 30K tra testo e immagini con collegamenti a non più di sei immagini separate.

Jarratt sostiene giustamente che finchè la bandwidth, cioè l'ampiezza di banda, non sarà ricca e abbondante per la maggioranza degli utenti di Internet (e ci vorrà probabilmente ancora un bel po' di tempo), la sua preservazione dovrà essere alla base del web design.

I mezzi "salvabanda" sono diversi: usare con molta parsimonia (o meglio evitare) le animazioni e i nuovi "giocattoli" come gli applet di Java e Shockwave; ridurre il più possibile le dimensioni di grafici e foto; ripetere le stesse immagini nelle pagine interne e così via.

Per saperne di più, basta fare una visita al sito della Bandwidth Conservation Society, una miniera di "tricks and tips" sui modi migliori per mettere il turbo alle pagine web.

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E-MAIL

Oltre a Marco Bertoli, che ci ha fornito lo spunto per l'articolo sul design delle pagine web, diversi lettori ci hanno inviato messaggi a proposito del numero zero di WebTime.

Per i loro consigli, le critiche o gli incoraggiamenti, ringraziamo qui tra gli altri:
- Andrea De Andreis, direttore editoriale di Punto Informatico, "il primo quotidiano italiano gratuito d'informatica";
- Cesare Zavalloni, anch'egli autore di un magazine su Geocities, che ci suggerisce di aggiungere un contatore di accessi e di fare una prima pagina copertina senza i link agli articoli;
- Roberto Ghezzi che cura una lista delle e-zine in italiano su Internet;
- Antonio Nonnis che, a proposito del nostro articolo sul nuovo magazine online della Microsoft, afferma: "Credo che il Web inghiottirà Slate e compagnia bella, forse non Bill Gates in persona o la Microsoft, ma la rivista sì".

Un grazie particolare, infine, a Carmelo Saraceno, editor di ByTheWhire, per l'interessante scambio di e-mail sull'editoria online e per aver ospitato sulla sua rivista un articolo ripreso dal numero zero di WebTime.

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