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Era il giugno 1995 e Nichi Grauso...
Leggo il vostro articolo e irrimediabilmente una marea di ricordi riaffiora alla memoria. Era il giugno 1995 e Nichi Grauso aveva avuto una delle sue celebri visioni, una di quelle finestre sul futuro di cui solo pochi sono capaci.
Aveva immaginato che una rete collegasse finalmente tutti gli abitanti della Terra e che era tempo che anche in Italia una possibilità di questa genere venisse data democraticamente a tutti.
Bisognava far capire che l'informazione era cambiata, che sulla Rete si poteva leggere l'Unione Sarda anche dall'Australia o che le canzoni dell'ultimo film di Walt Disney erano disponilbili sulla Rete a disposizione di tutti i bambini del mondo.
Si andava in ufficio sorridenti alle nove del mattino e qualche volta si usciva a mezzanotte con l'idea di fare il lavoro più divertente del mondo, in quelli che furono definiti gli uffici più belli del Mediterraneo, con vista sul golfo di Cagliari.
Ciò che attraeva di più era il fatto che potevi conoscere quelli che nel mondo erano come te, pionieri di Internet, e potevi scrivere ad esempio a uno studente francese, laureato in matematica, al quale era venuta l'idea di mettere il museo del Louvre online.
Purtroppo i tempi non erano ancora maturi. Che senso aveva possedere una email se non ce l'avevano i tuoi amici? Potevi accedere a tutti i dati che volevi, ma quali ti erano veramente utili? Potevi prenotare un volo on line? Ancora no ovviamente.
E Grauso fu presto sommerso di debiti, principalmente nei confronti di Telecom Italia, alla quale dovette vendere la mitica Video On Line che insieme con il piccolo portale di Telecom On Line creò Telecom Italia Net, che sarebbe poi diventata Tin.it.
Tutto il resto è storia stampata. Questi sono i ricordi di un giovane ingegnere, allora appena laureata, che cercava un lavoro entusiasmante e l'aveva trovato.
Giovanna Murtas, 11 settembre 2002

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