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Un trafiletto sull'Internazionale: così ho scoperto la Rete
La testimonianza di Salvatore Romagnolo

Il mio primo approccio con Internet è avvenuto tramite un articolo del settimanale Internazionale. In realtà non si trattava di un articolo, ma di un trafiletto, uno "stelloncino" che parlava di una rete mondiale in grado di collegare computer distanti tra loro e di farli comunicare. Se non ricordo male, era il 1994 e all'epoca lavoravo all'ufficio stampa del Comune di Torino.

Le poche righe pubblicate da Internazionale mi avevano colpito al punto che insistetti con il capo ufficio stampa di allora per approfondire l'argomento. Internet, per come veniva descritta, mi sembrava una risorsa eccezionale, che avremmo dovuto assolutamente comprendere maggiormente.

Fino al quel momento non mi ero mai collegato a nessuna delle risorse della Rete e non avevo nemmeno inviato o ricevuto un messaggio email. Si era trattato, come a volte accade, di un'illuminazione, un innamoramento a prima vista. Nonostante le resistenze e l'incomprensione del capo ufficio stampa, mi venne data la possibilità di frequentare, insieme a uno sparuto manipolo di colleghi, un corso presso il Csi (il centro elaborazione dati del Comune) nel quale finalmente capii che la mia non era stata un'intuizione sbagliata.

Il quegli anni le risorse di Internet e gli strumenti che si utilizzavano, erano drammaticamente diversi da quelli odierni: programmi di navigazione sul web in formato testuale (il browser Lynx); client di posta elettronica difficili da utilizzare e poco amichevoli; difficoltà nel trasferire i dati sul proprio computer.

Tutto però appariva magico e anche se utilizzare Gopher per cercare informazioni online era certamente meno gratificante e molto meno semplice della navigazione alla quale siamo abituati oggi, quando riuscii, non senza difficoltà, a trasferire sul mio computer il testo della canzone "Dirty old town" dei Pogues, ero visibilmente emozionato.

In quegli anni utilizzavo un portatile Toshiba T1000XE, con processore 8086 e hard-disk da 20 mega. Mi collegavo a Internet con un modernissimo modem Us Robotics a 14.400 Baud e navigavo con Lynx, che non gestiva la grafica: ci si muoveva tra i link utilizzando i tasti freccia del computer. Online si trovavano pochissime informazioni e la maggior parte di queste era di tipo istituzionale. Ma le potenzialità della Rete apparivano chiare.

Quando arrivò Mosaic fu come passare dalla radio alla televisione a colori in un colpo solo. Intanto, al Comune di Torino avevamo adottato il nuovo strumento e uno dei miei compiti era quello di mettere su Internet i comunicati dell' ufficio stampa: probabilmente uno dei primi uffici stampa online italiani.
La grafica era spartana e la navigazione piuttosto lenta, ma il web iniziava a prendere forma. E la forma era determinata dai contenuti che pian piano crescevano dando una fisionomia e uno scopo a quella straordinaria risorsa.

Salvatore Romagnolo, 17 settembre 2002

ROMAGNOLO Giornalista e scrittore esperto in comunicazione online, Salvatore Romagnolo dirige Apogeonline, il sito della casa editrice Apogeo, e collabora con La Stampa. Ha pubblicato due libri sull'informazione nell'era di Internet: "Sesto Potere" e "Mediamorfosi". Il suo sito è Romagnolo.com.

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